sabato 24 novembre 2007

Al K2 volano pugni e spintoni

DIVERSITÀ. Grave fuori programma al termine del convegno organizzato al cinema in concomitanza con il ventisettesimo festival del cinema africano Al K2 volano pugni e spintoniParapiglia tra gli studenti del Don Bosco e dell’Enaip. Coinvolta anche una professoressa

Giampaolo Chavan Avevano appena finito di discutere su «La diversità culturale nel mondo della scuola e dei media» al cinema Kappadue, durante un convegno organizzato in concomitanza con il ventisettesimo Festival del cinema africano (di cui riferiamo qui sotto). Erano 430 studenti degli istituti delle medie superiori di Verona. Tra i relatori personaggi conosciutissimi e simbolo del mondo della solidarietà e della tolleranza come padre Alex Zanotelli. Una discussione sviluppatasi, raccontano gli organizzatori, con toni non accesi ma «accorati senza alcun particolare scambio di battute violente». Un dibattito, quindi filato liscio che, però, alla fine, è sfociato «in qualcosa di molto grave: domani (oggi per chi legge ndr) prenderemo provvedimenti severissimi» mette subito le mani avanti il preside dell’Enaip di Verona, Alfredo Forlin. Una volta usciti dal cinema di via Rosmini pochi minuti prima delle una, un gruppo di una decina di giovanissimi con ogni probabilità appartenente proprio all’istituto delle Acli di via Bencivenga, ha pensato bene di rovinare il clima di tolleranza creatosi durante il dibattito. Il motivo scatenante della lite «sarebbero state alcune domande dei nostri studenti rivolte ai relatori. Chiedevano di valutare anche il pericolo per l’ordine pubblico provocato dall’arrivo dei migranti e non solo il tema dell’accoglienza» spiega ancora il preside del don Bosco. Tanto è bastato per scatenare la rabbia degli studenti dell’Enaip. «Da ciò che mi è stato riferito», ha spiegato ieri il preside, Michele Lauriola, «un gruppo di una decina di studenti si è sistemato in fondo a via Rosmini e ha bloccato il budello alla fine del dibattito». Ne è nato un parapiglia con tanto di spintoni tra gli studenti del don Bosco che stavano tornando nella loro scuola e quelli dell’Enaip. Ma c’è stato di più: «Ad una docente del nostro istituto», ha aggiunto il preside Lauriola, «qualcuno ha sputato addosso». Ma non basta: «Ad uno studente, una volta arrivato in istituto, siamo stati costretti a riccorrere al ghiaccio per curare un pugno ricevuto sullo zigomo». Nel giro di pochi attimi, sono intervenuti gli organizzatori dell’incontro al Kappadue che hanno diviso i litiganti. Gli studenti del don Bosco sono così riusciti a tornare nell’istituto poco distante «perchè dovevano ritirare i loro zainetti prima di tornare a casa», spiega ancora il preside. Ma i «colleghi» dell’Enaip, evidentemente, non soddisfatti delle loro imprese, li hanno seguiti sempre in dieci o dodici e sono arrivati fino all’ingresso del don Bosco. «Sono stato chiamato dalla portineria proprio mentre i due insegnanti mi stavano spiegando cosa era successo poco prima» continua il preside. Fuori dalla scuola quella decina di giovani voleva a tutti i costi entrare nell’istituto di stradone Provolo per «regolare i conti» con i coetanei. «Ho dato subito istruzioni di chiamare i carabinieri» spiega Michele Lauriola che si è sistemato davanti alla porta d’ingresso dell’istituto. «Tenevo la porta chiusa per impedire agli studenti di entrare» aggiunge il preside del don Bosco. Nel frattempo, la decina di facinorosi invitava i colleghi dei salesiani ad uscire. «Ho sentito frasi come "venite fuori sporchi del Don Bosco" o "don Bosco razzista"». Qualcuno ha continuato a minacciare: «Una volta che hanno capito che avevamo chiamato i carabinieri, si sono allontanati ma hanno anche gridato che avrebbero aspettato in stazione l’arrivo dei nostri studenti». Nell’istituto dei salesiani, si è creato un vero e proprio panico. «C’era anche chi non voleva più tornare a casa anche tra i docenti perchè avevano paura», ha rivelato ancora il preside. I dirigenti dell’istituto dei salesiani non hanno ancora presentato denuncia: «Valuteremo con calma anche perchè vorremmo che un eventuale querela fosse utile ad evitare ritorsioni ai nostri docenti e studenti» conclude Lauriola.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

fammi un riassunto